La conquista delle autonomie è un percorso indispensabile nella vita di ognuno, ma per alcuni è più difficile, soprattutto quando si affrontano le realtà di una piccola provincia, quella che dovrebbe essere la nostra casa, diviene un nemico da sconfiggere e ci costringe a cercare la felicità in altri luoghi. Questa storia è volutamente anonima, abbiamo preferito tutelare le difficili conquiste di questo giovane con sindrome di Asperger che ha avuto il coraggio di denunciare. Ed è per questo che siamo qui, per ri-equilibrare il numero di opportunità che ognuno ha disposizione in questa società e far si che ognuno abbia diritto ad una vita appagante, lontana da ogni forma celata o meno di bullismo e discriminazione.
Una comunità degna di definirsi tale dovrebbe lavorare per includere non per escludere. Un piccolo atto di sensibilità e gentilezza può fare davvero la differenza nella vita di un ragazzo con autismo.
Quando hai scoperto di avere la sindrome di Asperger?
Allora ciao ragazzi, ho 27 anni e ho scoperto di averla a 19 anni, in verità la risposta io la stavo cercando, perché avevo intuito che c’era una differenza tra me e gli altri, lo capivo nei loro comportamenti, ma la mia mamma mi ha cresciuto esattamente come gli altri suoi figli.
Ti andrebbe di raccontare quando e iniziato il tuo processo di consapevolezza e come Asperger Pride Italia ti ha supportato durante tutto questo percorso?
Il processo di consapevolezza è cominciato quando la mia mamma mi ha presentato una persona di questa organizzazione ed ho avuto il primo contatto con questo mondo, si impara comunque che il percorso di ognuno di noi è unico nel suo genere, perché nella battaglia contro l’emarginazione ho visto tanti nostri fratelli e sorelle con sindrome di Asperger cadere, io sono qui per condividere le informazioni che ho scoperto in questi anni di lotta contro l’emarginazione, per far sì che qualcuno possa partire con un vantaggio che io non avevo.
Durante il nostro colloquio preparativo sono emersi dei punti che io considero possano essere davvero molto interessanti per i nostri lettori, non sei obbligato a parlarne se non te la senti. Tu mi hai confidato di avere molte difficolta di scrittura e di non sapere usare il computer.
La mia difficoltà sta nel fatto che non mi è stato insegnato a usarlo bene, come qualunque inesperto. Se è nella vita di tutti i giorni trovo difficoltà giusto con la lavatrice e con lo scrivere veloce. Se mi chiedi dell’università te la arricchisco la risposta. Con le autonomie.
Penso che confidarci le tue vulnerabilità sia importante, perché in tanti, troppi ad oggi vorrebbero convincerci che vivere con l’autismo sia una dote e credo che questo stia contribuendo alla creazione di falsi miti e non sia utile a diffondere una corretta informazione verso chi di autismo non ne sa nulla, circa quante e quali difficoltà, una persona con autismo possa incontrare nel percorso dell’autonomia e nella vita di tutti i giorni. Ti andrebbe di dirci quali e quante sono le tue difficoltà?
Quella che considero la mia difficoltà principale è quella che vedo ragazzi con evidenti difficoltà di relazione, io guardo cosa li aspetta e mi chiedo se un giorno non mi ritroverò in futuro, in una vita stile lavoro casa, casa lavoro, la mia speranza è di non avere una vita così in futuro.
Con questa risposta intendi dire trovarsi da solo al di fuori del lavoro e della casa, senza una vita sociale come quella degli altri?
Esatto, o almeno è così nei casi più rosei. Credo tu sappia che esistono sorti peggiori.
Ti andrebbe di raccontare ai nostri lettori come Asperger Pride Italia agisce come organizzazione inclusiva verso tutte le fasce dello spettro ed è intervenuta per supportarti ed agevolarti nel comunicare ed esprimere le tue opinioni nonostante le difficoltà che tu ci hai comunicato?
Asperger Pride mi ha aiutato nell’accettazione delle difficoltà, venendomi incontro appunto, non potendo usare il computer abbiamo usato Messenger.
Ti ho conosciuto da adolescente e ti rincontro oggi che sei un uomo, fai l’università e vivi da solo. Penso che i risultati che hai ottenuto siano incredibili. Ti andrebbe di raccontarci quanto desideravi fare amicizie e quanto era difficile per te vivere in una piccola provincia italiana, come hai affrontato queste difficoltà e quanto è tutto cosi diverso ora che vivi da solo e vai all’università.
Allora l’università è stato un passo decisivo nella lotta contro l’emarginazione, perché già da un anno frequentavo una città vicina, quando è arrivata di quel 2018, io capii che avrei dovuto levare le tende da casa, dal mio paese, almeno per quel momento non era il caso di fare altri tentativi, così scesi in campo contro l’emarginazione direttamente, scelta che mi fece intuire che li avevo la possibilità di avere dei risultati concreti, anche se non era semplice, per avere i primi risultati concreti contro l’emarginazione ci ho messo quasi due anni, andando a vivere in una città più grande vicina e dopo tre mesi di convivenza con i miei coinquilini neurotipici ebbi i primi risultati, non solo imparai a badare a me stesso e a gestire il denaro, ma seppi cucinare, pulirmi la stanza e riportarmi la spesa. Quando giunse l’estate 2019 molti nel mio paese si sono accorti che ero cambiato. Qui giunge un punto importante nella lotta contro l’emarginazione approdare al livello delle conquiste sociali è necessario per sconfiggere l’emarginazione, posso capire che è difficile, ma noi abbiamo il potenziale per farcela tutti quanti, bisogna portare la nostra abilità nel relazionarci a livelli soddisfacenti, le situazioni sociali con i ragazzi ci danno abilità in più nel relazionarci, ci adattiamo alle serate dei neurotipici, si è più sciolti nella situazione e nel relazionarci.
Quando parli dell’università e dei tuoi risultati nella lotta all’emarginazione, quante e quali sono le tue difficoltà per esempio nel relazionarti?
Le difficoltà che ho dovuto affrontare principalmente sono che l’emarginazione è un nemico astuto che si adatta a ognuno di noi, a seconda delle proprie difficoltà relazionali, tipo alle volte sembrare inopportuni, non dico che con i miei ragazzi non ho mai litigato, ma mi sono sempre controllato perché comunque mi dicevo sono amici, ho imparato a crescere anche da quelle litigate, perché il fallimento è un grande maestro, da quelle cose anche i ragazzi crescevano, dovete capire che l’emarginazione è un nemico anche resistente, l’unica tattica per sconfiggerla è di adattarsi a lei, impedendole così di adattarsi a voi, sarà difficile ma con il tempo ho visto questa tattica dare i suoi risultati, risultati che io davo per impossibili, ma ripeto abbiamo tutte le carte in regola per farcela spero che da questa esperienza voi possiate partire con un vantaggio che io non avevo.
Ti ringraziamo per il tuo tempo e spero davvero che questa testimonianza possa essere utile a tutti per comprendere lo spettro dell’autismo e, ad altri ragazzi che oggi si sentono soli ed emarginati, di trovare la forza ed il coraggio che hai avuto tu per migliorare se stessi ed ottenere i risultati che desiderano dalle proprie vite.